mercoledì 19 novembre 2014

"Una donna uccisa ogni due giorni"

Poiché immancabilmente si legge - a partire dalle ultime elaborazioni di Eures - che in Italia c'è "una donna uccisa ogni due giorni", siamo andati a leggere i numeri.
Eccoli (grazie a Public Policy): in Italia nel 2013 sono state uccise poco più di 500 persone. Di queste, 179 erano donne. Quanto a numero di morti è il numero più basso in assoluto. Quanto a numero di donne, non è il più basso in assoluto ma - per esempio - ci sono stati anni anche molto peggiori. Il 2000 per esempio (199 donne uccise) o il 2003 (sempre 199). E' vero che essendo diminuito il numero generale delle vittime, l'incidenza delle donne sul totale è più alta: il 35 per cento.
In ogni caso è vero che una donna ogni due giorni viene uccisa.
Femicide - termine anglosassone - dovrebbe voler dire che si uccide una donna in quanto donna.
Se una donna viene uccisa in una rapina, o in altro contesto estraneo, non dovrebbe essere "femminicidio". Eures giustamente distingue a questo punto i numeri e spiega che le donne uccise in famiglia, nel 2013, sono state 122. Già siamo a una donna ogni tre giorni.
Ma sicuramente si dovrebbe andare più a fondo, e capire le ragioni di questi omicidi in famiglia.
Se uccido la mamma per i soldi commetto femminicidio? Se uccido la nonna perché non mi faceva sentire la musica ad alto volume, commetto femmincidio? Un aumento signficativo di "femmincidi" secondo Eures si è verificato nella fascia d'età della vittima superiore a 64 anni, mentre sono drasticamente diminuite le percentuali di "femminicidi" di donne fino a 44 anni.
Numeri più piccoli, ma comunque da citare, sono quelli che riguardano le donne vittime di "femminicidio" uccise da donne: nel 2013 sono state nove le donne autori di omicidi di donne in contesti famigliari: in 3 casi la figlia, in due la madre, in uno la coniuge o convivente.
Insomma: i numeri vanno sempre guardati con attenzione. Sicuramente negli ultimi dieci anni sono diminuiti gli omicidi in generale e non sono diminuiti allo stesso modo quelli di donne. Questo è un fatto. Ma se si togliessero le etichette e i titoli ad effetto forse si capirebbe anche qualcosa in più.

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